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La Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani ospite a Brescia per due giornate di studio sul fenomeno migratorio.

Brescia Porto di Mondi. La cultura racconta le migrazioni.

Il 23, 24 e 25 febbraio la Cattedra UNESCO dell’UniversitĂ  degli Studi di Brescia “Formazione e rinforzo delle risorse umane per lo sviluppo sanitario nei Paesi a risorse limitate”, in collaborazione con la Rete Italiana delle Cattedre UNESCO Italiane e l’Associazione Culturale CARME, in occasione di Brescia Bergamo Capitale italiana della Cultura 2023, ha organizzato un evento da titolo “Brescia Porto di Mondi. La cultura racconta le migrazioni.”

L’evento si è realizzato nel quartiere del Carmine, culla di oltre 145 differenti nazionalità nel proprio tessuto sociale, simbolo del fenomeno migratorio e di integrazione della città di Brescia.  In particolare, all’interno del C.A.R.M.E. Centro Arti Multiculturali ed Etnosociali, un luogo che favorisce il dialogo e l’aggregazione sociale e culturale. Su iniziativa dei cittadini di valorizzare l’ex chiesa dei Sai Santi Filippo e Giacomo, il CARME si presta come laboratorio, foro di discussione e galleria di mostre temporanee. In questo contesto multiculturale, si è svolto il forum di discussione sui molteplici aspetti del fenomeno migratorio e dei modelli di integrazione con un focus su Brescia avvicinando la comunità a interventi e testimonianze di esperti, professionisti e rappresentanti attraverso presentazioni, tavole rotonde e performance culturali, musicali e cinematografiche.

Alcuni rappresentati delle Cattedre UNESCO Italiane, tra cui la nostra Cattedra di Bioetica e Diritti Umani rappresentata dal dott.ssa Serena Montefusco, hanno condiviso le proprie esperienze e progetti in linea con l’Agenda 2030 e i principi dell’UNESCO sul tema migratorio. Come riportato nel Concept Note l’UNESCO infatti rivolge un particolare interessa al fenomeno migratorio ed alle sue implicazioni, al fine di comprendere i legami tra migrazione e istruzione e le sfide poste dall’istruzione interculturale, dalla mobilità degli studenti e dal riconoscimento internazionale delle qualifiche; e per affrontare le dimensioni sociale dei cambiamenti climatici e della migrazione, in particolare per quanto riguarda la governance, i conflitti, i diritti umani e il diritto internazionale, la parità di genere, lo sviluppo economico e umano e la salute pubblica.

Alla luce di questi principi, sono emersi interventi interessanti volti allo sviluppo dell’istruzione e delle competenze dei migranti e rifugiati accolti nell’ Unione Europe. Dopo i video saluti del Segretario Generale della CNIU, Enrico Vicenti, i lavori sono stati aperti dal Rettore dell’Università di Brescia, il Prof. Francesco Castelli non che Chairholder della Cattedra “Formazione e rinforzo delle risorse umane per lo sviluppo sanitario nei Paesi a risorse limitate” facendo un approfondimento tra le varie tipologie di migranti e sulla teoria dei pull and push factors. A seguire il Prof. Raimondo Cagiano de Azevedo della Cattedra UNESCO Population, Migrations and Development, Università Sapienza di Roma, è intervenuto riassumendo quali sono le sfide e le opportunità di sviluppo per i migrati sia nel paese di origine sia in quello di destinazione. Proseguendo i professori Domenico Simeone e Diego mesa della Cattedra UNESCO Education for Human Development and Solidarity among Peoples, Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno presentato un fenomeno, in costante crescita, che riguarda l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Dopo una breve pausa i lavori hanno ripreso con gli elevator speech di altri rappresentati delle Cattedre UNESCO tra cui Antonio Guerci, Cattedra UNESCO Anthropology of Health. Biosphere and Healing Systems, Università di Genova; Massimo Zortea Cattedra UNESCO Engineering for Human and Sustainable Development, Università di Trento; Paola Raffa e Natalina Carrà, Cattedra UNESCO Mediterranean Landscapes in Context of Emergency, Università di Reggio Calabria; Serena Montefusco, Cattedra UNESCO Bioethics and Human Rights, Anteneo Pontificio Regina Apostolorum e Università Europea di Roma; Annateresa Rondinella Cattedra UNESCO Sustainable Energy Communities, Università di Pisa e Cattedra UNESCO On Futures of Education for Sustainability, Pontificia Università Lateranense; Giovanna Marconi e Solomon Elala Seyoum,Cattedra UNESCO Social and Spatial Inclusion of International Migrants, Urban Policies and Practices, Università Iuav di Venezia.

Serena Montefusco, ha condiviso le attivitĂ  svolte nell’ambito dell’area di interesse Bioetica ed Ecologia Umana, nello specifico la realizzazione dei progetti sostenuti dai fondi EU ossia EUROSOL e CivicAL, ma anche un evento di presentazione del Global Compact su migranti e rifugiati e del Ruolo e l’impatto della Chiesa. Con l’uscita dell’Enciclica Laudato Si, la Cattedra ha creato un gruppo di ricerca per approfondire il tema dell’ambiente, la biosfera e la biodiversitĂ . Ecologia umana significa che la questione ecologica è una questione etica che riguarda le azioni umane. Nell’affrontare le diverse e pressanti problematiche ambientali, è importante salvaguardare la centralitĂ  della persona umana e la sua dignitĂ . Uno sviluppo sostenibile implica che il progresso della societĂ  deve essere accompagnato da uno sviluppo integrale di tutta la persona, compresa la sua dimensione fisica, psicosociale, culturale e spirituale-morale. Il diritto allo sviluppo integrale di tutta la persona comporta il dovere di accogliere e fornire gli strumenti per passare da uno stato di vulnerabilitĂ  sociale a uno stato di vita dignitoso (vedi art. 3 SDGs) grazie a una buona educazione (vedi art. 4 SDGs) e al costante lavoro di governi e societĂ  per la pace e la giustizia (vedi art. 16 SDGs). La responsabilitĂ , infatti, non è solo di tutti i governi, ma tutti i membri della societĂ  hanno delle responsabilitĂ  riguardo alla promozione e alla realizzazione di questo diritto alla migrazione, compresi individui, famiglie, comunitĂ  locali, organizzazioni non governative, e organizzazioni della societĂ  civile.

Annateresa Rondinella, ha condiviso con la platea il passaporto UNESCO per le qualifiche dei rifugiati e migranti vulnerabili. L’UNESCO, nell’ambito dell’Istruzione, ha istituito Il passaporto UNESCO per le qualifiche dei rifugiati e migranti vulnerabili attingendo alle esperienze e alla metodologia dell’iniziativa del passaporto europeo delle qualifiche (EQPR) in una iniziativa sponsorizzata dall’Agenzia norvegese per la garanzia della qualitĂ  dell’istruzione (NOKUT) in collaborazione con il Consiglio d’Europa. Basato sulla Convenzione di Lisbona adottata il 14 novembre 2017 a Strasburgo, il Passaporto delle Qualifiche UNESCO per i Rifugiati è una dichiarazione standardizzata, che contiene tre parti: la parte di valutazione, la parte esplicativa e la terza parte in merito alla strada da percorrere. Si differenzia dal passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati che si compone di due parti: la parte relativa alla valutazione e la parte esplicativa. Sebbene questo documento non costituisca un riconoscimento o un’autorizzazione formale o abilitazione all’esercizio di una determinata professione, riassume e presenta le informazioni disponibili in base al livello di istruzione, all’esperienza lavorativa e alle competenze linguistiche del richiedente. La metodologia di valutazione viene definita dalla combinazione di una valutazione della documentazione disponibile, e l’utilizzo di colloquio strutturato. Pertanto, il documento fornisce informazioni credibili che possono essere rilevanti in relazione a domande di lavoro, stage, corsi di qualificazione, l’ammissione agli studi. Un primo esempio di riconoscimento dell’UQP è proprio presso l’UniversitĂ  di Brescia.

Un atro esempio di mobilità, grazie ai corridoi universitari promossi da UNHCR, è stato condiviso direttamente da Solomon Seyoum Elala dell’Università Iuav di Venezia. Introdotto da Giovanna Marconi, Solomon ha raccontato agli studenti e i partecipanti in sala la sua esperienza che parte dall’Etiopia fino ad arrivare a Venezia. Nonostante le prime difficoltà di adattamento dovute al contesto culturale e al limite della lingua, Solomon continua i suoi studi in ingegneria con l’obiettivo di riportare tutte le conoscenze pratiche acquisite al suo paese di origine.

La prima giornata si è conclusa con un concerto di Coleur d’Afrique e un aperitivo multietnico organizzato dall’ associazione CiboxTutti. La seconda giornata di lavori ha visto partecipare a due tavole rotonde: la prima “Integrazione ed Equità: Bene Comune” Franco Valenti, Referente Lombardia IDOS, Roberto Cammarata, Consiglio Comunale di Brescia, Camilla Bianchi, Coordinamento provinciale degli Enti locali per la Pace e la Cooperazione internazionale, Roberto Memme, Associazione ADL a Zavidovici e Roberto Zini, Associazione Industriale Bresciana. La seconda: “Luoghi di incontro e dialogo” Alessandro Sipolo, Ricercatore indipendente, Don Roberto Ferranti, Ufficio per i Migranti e per il dialogo interreligioso della Diocesi di Brescia Omar Ajam, Centro Culturale Islamico e Giulio Vita, La Guarimba.

Inevitabile il confronto tra il quartiere del Carmine di Brescia e quello di Torpignattara di Roma, dove opera l’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo nell’ambito del progetto Casa Scalabrini 634, con la quale abbiamo collaborato nei vari progetti in ambito migratorio e diritti umani.  La Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani, da piĂą di dieci anni, si propone di creare forum di diversi leader del pensiero bioetico per promuove il dialogo interreligioso e i diritti umani collaborando in uno spirito di rispetto e amicizia, fornendo un quadro comune per guidare l’applicazione dei principi bioetici alla luce della Dichiarazione dell’UNESCO (2005). In questo modo, possiamo informare e illuminare le opinioni, le decisioni e le azioni etiche, legali e pubbliche relative alla medicina, alle scienze della vita, ai diritti e alle responsabilitĂ  umane.

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